Smartphone: è veramente utile immergerlo nel riso quando bagnato?

smartphone bagnato

Quante volte abbiamo sentito il consiglio di immergere lo smartphone bagnato nel riso per farlo tornare in vita? È un trucco che circola da anni e che molti di noi hanno provato almeno una volta nella vita. Ma funziona davvero? Chiunque si sia trovato nella sfortunata situazione di dover recuperare un telefono zuppo d’acqua avrà sicuramente sentito parlare di questo rimedio. Le istruzioni su come farlo possono variare notevolmente da fonte a fonte: alcune raccomandano determinate varietà di riso, altre suggeriscono l’uso di buste ben sigillate o scatole. Ma qual è il segreto dietro questa pratica così diffusa? La teoria è che il riso abbia la capacità di assorbire l’umidità e il liquido, aiutando così a salvare lo smartphone bagnato. Ma è davvero efficace?

Perché si ricorre al riso per asciugare lo smartphone?

La spiegazione dietro questa credenza è piuttosto semplice: il riso ha la capacità di assorbire l’acqua. È un dato di fatto che quando il riso viene cotto, aumenta notevolmente di peso (100 grammi di riso crudo possono arrivare a pesare fino a 250 grammi una volta cotto). Di conseguenza, sembrerebbe logico pensare che mettere uno smartphone bagnato in un contenitore di riso crudo potrebbe essere una soluzione efficace. Tuttavia, la credenza che il riso possa assorbire abbastanza umidità per asciugare completamente i nostri smartphone bagnati è ancora da dimostrare. Inoltre, come ricorda anche Apple, ci sono rischi associati a questa pratica: piccoli frammenti di riso potrebbero infatti infiltrarsi nel dispositivo attraverso eventuali aperture nella scocca, causando danni al telefono.

Asciugare lo smartphone con il riso: sfatiamo un falso mito

È probabile che l’usanza di utilizzare il riso per asciugare dispositivi bagnati rappresenti un’evoluzione di pratiche già diffuse ben prima dell’era di Internet. Già negli anni Quaranta, e probabilmente anche prima, i fotografi consigliavano l’uso di foglie di tè, carta da pacchi e riso per ridurre l’umidità nelle scatole contenenti apparecchiature fotografiche e pellicole. Tuttavia, fin da allora c’erano dubbi sull’efficacia di questi metodi, poiché la capacità di assorbire l’umidità del riso era considerata limitata, richiedendo grandi quantità per ottenere risultati apprezzabili. Negli anni successivi, è diventato comune l’utilizzo del “silica gel” (gel di silice), noto per le sue proprietà assorbenti e deidratanti, come alternativa più efficace.

Nonostante ciò, il riso è rimasto il rimedio più diffuso per asciugare gli smartphone bagnati. Tuttavia, non ci sono prove convincenti della sua efficacia. Test condotti da Gazelle.com nel 2014 hanno dimostrato che il riso non ha alcun effetto nell’eliminare l’umidità dal telefono, mentre altri materiali come sabbia per lettiere, cuscus e avena hanno mostrato un minimo effetto. Sebbene questi risultati non siano scientificamente accurati, suggeriscono comunque che lasciare il telefono all’aria aperta per almeno un giorno, per permettere all’acqua di evaporare, potrebbe essere la soluzione migliore.

Lo scorso anno, l’azienda TekDry, specializzata nel recupero dei dati da telefoni bagnati attraverso metodi professionali, ha commissionato uno studio indipendente sull’efficacia del riso nell’eliminare l’umidità dagli smartphone. I risultati hanno dimostrato che lasciare il telefono all’aria aperta favorisce una maggiore evaporazione dell’acqua rispetto alla metodologia di immergerlo in una scatola di riso.

Nonostante manchino prove definitive, il mito del riso come soluzione per gli smartphone bagnati continua a essere popolare. In situazioni di emergenza, molti optano per questa soluzione nella speranza di salvare il proprio dispositivo. Anche se alcuni riescono a recuperare il loro smartphone in questo modo, la mancanza di controprove scientifiche non fa che alimentare la convinzione nella validità di questo metodo, spingendo le persone a condividere le loro storie di successo e a continuare a tentare questa soluzione fai-da-te.